AGENDA 2030, LA DIGITALIZZAZIONE DELLA NATURA: “OSTAGGI DELL’IA”
COP30 in Brasile, per Camila Moreno un’operazione tecnologica, transumana e militare
Indomita, dal 2008 partecipa a tutte le conferenze delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Ma più che rincorrere la narrazione catastrofista sulla decarbonizzazione, denuncia l’instaurazione di un sistema di “governance climatica globale” forgiato sulle nuove tecnologie: “è l’accelerazione della trasformazione digitale.” Sostiene che la TecnoGabbia su ambiente ed ecosistemi nasconda però finalità transumaniste e militari, non solo lobbismo tra multinazionali. Perché chip, guerra e capitalismo 2.0 passano per l’Agenda 2030: “siamo al dirottamento delle preoccupazioni sociali e ambientali.” Camila Moreno, massima esperta della società civile sui negoziati internazionali sul clima, era alla recente COP30 di Belém, capitale brasiliana dello Stato del Pará, Amazzonia. “Soluzioni tecnocratiche che implicano la finanziarizzazione e la digitalizzazione della natura.”
Giornalista d’inchiesta, scrittore d’assalto, conferenziere, opinionista radiotelevisivo, collabora con diverse riviste e giornali, tra cui Avvenire e Il Fatto Quotidiano. È una delle voci più rappresentative dell’informazione italiana senza censura in tema di digitale e tecnologie. Relatore anche in sedi istituzionali italiane ed estere, ha preso parte a numerose manifestazioni pubbliche per denunciare i pericoli della transizione digitale. E' ideatore e direttore di Disconnessi.