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Cuore ed elettrosmog, il battito invisibile del 5G
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Cuore ed elettrosmog, il battito invisibile del 5G

Il corpo non è nato per dialogare con le microonde: è un sistema bioelettrico fragile

C’è un battito che non si sente, ma che attraversa tutti noi. È quello dei campi elettromagnetici che vibrano nell’aria: onde, impulsi, frequenze che scorrono intorno e dentro i nostri corpi. Invisibili, onnipresenti, silenziose. Da quando lo Smartphone è diventato un prolungamento della mano e il Wi-Fi una sorta di diritto di cittadinanza, il cuore umano vive immerso in un mare di radiazioni. Con il 5G, questo mare si è fatto più profondo e agitato. Il salto tecnologico non è un semplice aggiornamento del 4G, ma una trasformazione radicale dell’ambiente elettromagnetico. Milioni di antenne, frequenze mai utilizzate prima, impulsi ad alta densità modulati in modo complesso. È la rete dell’immediatezza, ma anche del contatto costante. Il nostro corpo, tuttavia, non è nato per dialogare con le microonde: è un sistema bioelettrico, un circuito fragile governato da miliardi di impulsi naturali che regolano ogni battito. E qui nasce la domanda: cosa accade quando un campo artificiale entra in risonanza con quello più antico del mondo, il ritmo del cuore?

© 2025 DISCONNESSI - GIORNALE INDIPENDENTE DIRETTO DA MAURIZIO MARTUCCI
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