Golem, l’imperialismo digitale
Le più potenti tecnologie d’Israele usate sui palestinesi
Lo chiamano Smart Wall, il muro intelligente, è la security fence, la barriera tra Israele e la Striscia di Gaza, un concentrato di iperconnessione e tecnologie d’avanguardia per i 723 Km più tecnosorvegliati sulla faccia della terra. Sensori, droni, telecamere, sofisticati sistemi di videosorveglianza attivi notte e giorno, visualizzazioni a scansioni digitali gestiti con Intelligenza artificiale, palloni aerostatici a quota bassa e radar a lunga gittata, ma pure piccoli aeroplani telecomandati da remoto dotati di telecamere e videosensori. E poi software d’avanguardia: niente e nessuno può entrare e uscire dal golem 2.0 senza la rilevazione del grande fratello israeliano. Secondo l’australiano Antony Loewenstein, giornalista d’inchiesta autore del libro Laboratorio Palestina: come Israele esporta la tecnologia dell’occupazione in tutto il mondo, la tecnologia usata sui palestinesi non sarebbe altro che una sperimentazione esportabile, frutto di una consolidata partnership tra Stato ebraico e multinazionali private.
Giornalista d’inchiesta, scrittore d’assalto, conferenziere, opinionista radiotelevisivo, collabora con diverse riviste e giornali, tra cui Avvenire e Il Fatto Quotidiano. È una delle voci più rappresentative dell’informazione italiana senza censura in tema di digitale e tecnologie. Relatore anche in sedi istituzionali italiane ed estere, ha preso parte a numerose manifestazioni pubbliche per denunciare i pericoli della transizione digitale. E' ideatore e direttore di Disconnessi.