IPER-DIGITALIZZAZIONE E DISEDUCAZIONE SOCIALE
Da Onlyfans ai maranza, social intreccio di oligarchie tecnocratiche
Disordine, corruzione dei costumi, violenta brutalità, dissolutezza e un odio sempre più dilagante si manifestano senza controllo in ogni aspetto della vita pubblica, sono questi alcuni aspetti caratterizzanti della società contemporanea. L’iper-digitalizzazione a buon mercato, foriera di piattaforme e strumenti di comunicazione digitale, ha accelerato il processo esaltando diseducazione e degenerazione. Perché parliamo di deriva diseducativa? Perché governare significa anche indirizzare, far da guida, istruire e, appunto, educare. Nella stessa radice etimologica latina della parola educazione troviamo il principio di ciò che dovrebbe essere attuato: ex-ducere, condurre fuori, far emergere dal giovane le qualità e le potenzialità che gli sono proprie e che già possiede, cosa diversa dal processo di indottrinamento camuffato da insegnamento che appunto determina l’azione del in-signare mettere dentro, riempiere di nozioni. Educare vuol dire prendersi cura soprattutto della gioventù; rinvigorirla nel corpo e nella mente secondo principi di civiltà e trasmettendole le patrie virtù.
Direttore generale della IN.TE.LAB. Sinergie innovative srl. Esperto in ricerca e innovazione tecnologica. Ha ricoperto ruoli di direzione e di amministratore in organismi e laboratori di ricerca privati. Fondatore e Direttore del Forum Mediterraneo di Roma ha collaborato con il mondo della diplomazia internazionale organizzando piattaforme di dialogo tra imprese, istituzioni e il mondo della politica. Autore di pubblicazioni e relatore in numerosi eventi istituzionali su temi dell’innovazione e ricerca, investimenti e geopolitica